Noi della UILDM ANCONA abbiamo aderito alla petizione perché si stanno prospettando dei provvedimenti di riorganizzazione a vecchio stampo. Grandi strutture, pochissima inclusione nel tessuto sociale e scarsa dignità della persona. Non possiamo accettare che il risparmio economico/amministrativo non tenga conto dei diritti e della dignità delle persone con disabilità.
Più di 1000 persone hanno sottoscritto la petizione, nella quale si chiede al Presidente della giunta regionale profonde modifiche alla proposta della giunta sui nuovi requisiti di funzionamento dei servizi sociosanitari diurni e residenziali, che riguardano la vita ed il benessere di circa 12.500: persone disabili, anziani non autosufficienti, soggetti con disturbi psichiatrici, minori, persone con demenza. Giovedì 13 febbraio la Commissione Consiliare competente esprimerà il parere e successivamente la giunta approverà in via definitiva i provvedimenti. Già lo scorso giugno un significativo gruppo di associazioni aveva richiesto al Presidente Ceriscioli sostanziali modifiche alla proposta della Giunta.
Le ragioni della petizione: La proposta della giunta da un lato chiude sostanzialmente l’esperienza regionale dei servizi di piccole dimensioni inseriti nei normali contesti abitativi, avviata fin degli anni novanta, a favore di grandi strutture che premiano soggetti gestori, soprattutto for profit, economicamente forti, a scapito di dimensioni organizzative e gestionali di tipo comunitario. La proposta della giunta promuove e potenzia invece la concentrazione dei servizi a danno della capillarità e diffusione territoriale. Un modello nel quale ad essere centrali sono le strutture e non le persone. Una proposta che non appare interessata ad obiettivi di inclusività, qualità della vita e progettualità personalizzata.
La petizione chiede quindi che siano mantenute le piccole comunità (6-10 posti) senza possibilità di accorpamento; eliminazione della possibilità, per tutte le strutture attive o in via di attivazione, di derogare dal rispetto di alcuni requisiti strutturali (numero letti per camera, superficie minima, dimensionamento).
Ma la proposta regionale deve essere modificata anche in altri punti: non sono previste figure educative in alcuni servizi per la disabilità intellettiva; le modalità di accesso sono diverse per servizi analoghi; non è definita né la composizione, né le modalità di funzionamento delle équipe per la valutazione e l’accesso nei servizi per persone con demenza; è prevista la possibilità di ricovero di minori in servizi rivolti ad adulti e anziani; sono assenti indicazioni rispetto all’obbligatorietà di prestazioni essenziali nei servizi diurni: (ad esempio mensa, trasporto, periodi di apertura garantita).
Nei prossimi giorni firme saranno consegnate al presidente Ceriscioli.
La definizione dei requisiti dei servizi non è atto tecnico, ma eminentemente politico. Sono scelte di politica sociale. Se la giunta confermerà le proprie proposte, si assumerà la responsabilità di un decisivo passo indietro nella definizione della qualità di vita di tutti i cittadini marchigiani.
Non vogliamo ghetti ma vogliamo essere tutti inclusi nei nostri contesti sociali.
Facciamo appello anche alla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, che la regione marche ha aderito formalmente nel 2017, che suddetta Convenzione, non è uno strumento per farsi pubblicità ma è uno strumento da applicare in tutti gli atti concreti, bisogna infatti “impedire che le persone con disabilità siano isolate o vittime di segregazione”.
Noi chiediamo DIGNITÀ della persona e che le istituzioni siano COERENTI tra quello che dicono e che poi attuano purtroppo con scarsa sensibilità e cultura.